mercoledì 19 agosto 2009

Darsi spazio, farsi terra... di Chiara Franchi

Oggi mi trovo alla Lupacama per mettermi in gioco e scoprire nuovi punti di vista nella relazione con e attraverso il cavallo. In questo mi aiuteranno Wonder, ultima arrivata qui alla Lupacama e la vecchia quercia da sughera che sorveglia paziente il grande campo in cui ci troviamo. Osservo Wonder che da poco stà sperimentando il terreno nuovo della relazione con l'uomo, è rilassata, disponibile, curiosa ma si pone in attesa aspettando il mio primo passo. Oggi entrambe vogliamo farci terra, ovvero metterci nella condizione di apertura per cui l'altro possa percorrerci e se vuole soffermarsi, per darsi e prendere l'un l'altra ciò che più ci piace. Quando mi siedo poco lontano da lei, arriva subito, sporgendo il muso in avanti per annusarmi; si mostra attenta, interessata a quello che faccio..il mio intento è suscitare il suo interesse, ma non cerco un contatto diretto col suo corpo, mi accontento di sfiorarla piano mentre la sento leggera, come una libellula che mi passa accanto, godo di quell'impalpabile contatto senza cercare di trattenerlo, sarà lei a prolungarlo se lo vuole..la sua schiena scivola sotto le mie mani, è lei che sceglie di farsi accarezzare, facciamo qualche passo insieme e finalmente si ferma sotto le mie dita, e per un attimo ci abbracciamo silenziose..



Grazie Wonder che mi hai permesso di sentire l'armonia cullata tra il tuo costato e il mio respiro!

Mentre i cavalli pascolano poco lontano, con Caterina ci spostiamo verso una grande sughera che sorge fiera in fondo al campo; con le sensazioni fresche che mi ha regalato Wonder, sono più aperta agli stimoli e ho una nuova coscienza di essere in questo momento in mezzo a questo campo. Con gli occhi chiusi mi viene chiesto di rivolgere l'attenzione verso qualcosa. Oggi ho scambiato molte cose con Wonder ma dalla quercia ho ancora tutto da imparare, quindi mi sporgo verso il possente albero perdendo lo sguardo tra i suoi rami curvi .Quando mi avvicino sento forte il bisogno di abbassarmi, di toccare le radici, di pormi da questo diverso punto di vista..e affondo le mani nella terra calda e provo un improvviso impulso di restare così con le mie mani e il mio corpo tutto tra la terra, mi accuccio nel grembo della quercia, come in un marsupio magico, e i miei piedi sono tra le radici che corrono sotto il terreno, e i miei piedi sono radici e mentre abbraccio il tronco mi faccio quercia per poter vedere la quercia con occhi nuovi..e sento il vento suonare diversamente mentre passa attraverso l'albero..E quando ce ne andiamo porto con me una giornata carica di abbracci che ha il sapore di una terra mai esplorata...

1 commento:

Unknown ha detto...

Grazie Caterina per gli spunti meravigliosi che mi hai regalato e per questo spazio in continua crescita!