martedì 11 agosto 2009

Esigenze relazionali venerdì 24 luglio 2009

Vivere con i cavalli puledri o adulti che siano offre a noi uomini sempre grandi ed importanti occasioni di crescita personale profonda, di cambiamento reale e autentico. Questo è ciò che mi ha ricordato la permanenza ad E.S.E. nei giorni scorsi. Qui la relazione uomo cavallo ha una dimensione ottimale; la relazione uomo uomo ha una dimensione ottimale.
Seguire il modello di formazione e sviluppo di cavalli e persone creato ed elaborato da Francesco permette esattamente questo: crescere e cambiare. Trasformarsi ogni ora, ogni giorno, sull'unica vera strada della forza e dell'armonia. Ciò può avvenire solo ed esclusivamente attraverso esperienze relazionali con altri esseri, che per me in questi giorni sono stati, Ninfa e Fulmine, due dei tre puledri tolfetani di Francesco.
Il contesto in cui ci siamo mossi è costituito dai sei ettari di collina interamente ricoperti dagli ulivi, sotto i cui rami i puledri si riparano dal sole e trovano refrigerio dal caldo e dagli insetti, strategia da loro adottata facendo tesoro delle esperienze che hanno vissuto durante questi loro pochi mesi di vita in libertà. Dunque un contesto sereno, ospitale e libero, dove a fatica si vedono le recinzioni che racchiudono questo grande spazio a loro disposizione.





Sono le otto del mattino ad E.S.E. e mentre scendiamo lungo il dorso della collina ecco comparire Ninfa e Fulmine, che mangiano l'erba tra un ulivo e l'altro, sfiorandosi continuamente con i musi con le code, con il corpo.



Francesco mi racconta che Ninfa, diversamente da Fulmine non viveva serenamente la presenza dell'uomo. Rifuggiva con scatti bruschi e repentini il contatto fisico o anche semplicemente una vicinanza eccessiva. Tutto il suo corpo minuto si irrigidiva allontanandosi e calciando. Fino a che giorno dopo giorno la piccola non ha iniziato a vivere con lui momenti di relazione, a distanza e in piena libertà d'espressione. Giorno dopo giorno Francesco si è trasformato e reinventato per far sì che entrambi avanzassero a piccoli passi l'uno verso l'altra liberamente. Eccolo infatti che cambia la propria presenza ora per rendersi più familiare, ora per incuriosire ora per ammaliare e risucchiare a sé Ninfa. Ad ogni gesto fa seguito un azione ed un'emozione di lei, come in una danza i due vanno avanti spostandosi tra gli ulivi spinti dalla determinazione dell'uomo a non mollare mai nella ricerca di un momento di armonia.





Questa ricerca mai diventa ossessiva, mai persevera su una stessa strada, ma cambia continuamente strategia. Con gesti calmi, lenti ma energici, mossi prima lontano poi sempre più vicino, ammalia la puledra e ne rilassa lo sguardo e il corpo. La piccola sceglie di rimanere vicino a lui e di essere quasi sfiorata... ecco il momento ricercato. Da lì in poi è la quiete, è il momento di far sedimentare quelle sensazioni e lasciare che prendano il loro spazio e la loro forma dentro entrambi... sarà da esse che Ninfa prenderà il volo!

Attorno a Francesco c'è magia, un potere che abbatte le barriere della ricezione e della trasmissione tra esseri. La comunicazione è efficace, poiché c'è libertà d'essere. La forza di tale libertà sta nel darle espressione nella ricerca dell'armonia. Di queste cose parla chiaramente l'esperienza di quel giorno tra noi e i puledri.



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